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Il tatuaggio si sta sempre più distaccando dalla connotazione ribelle, quasi fuorilegge che ha avuto nella cultura occidentale per diventare un elemento decorativo da mostrare con orgoglio, quasi al pari di un gioiello.

Un diamante è per sempre, e un tatuaggio anche. In più il tatuaggio è opera di un’artista, che si impegna nel marchiare indelebilmente la pelle con una sua opera, che oltre a parlare di chi lo “indossa”, parla anche di chi lo ha disegnato. 

Marco C. Matarese 

capolavori sulla pelle

Ed è per questo che Marco C. Matarese non ripete mai due volte lo stesso tatuaggio, perchè l’opera d’arte non si produce in serie. Matarese è infatti un artista dalle molte sfaccettature: oltre ad essere tatuatore dal 2014, si è laureato nel 2000 all’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 2011 ha esposto alla Biennale di Venezia.

Lavora anche come antiquario, decoratore, designer d’interni e restauratore per la ditta “Il Senso del Decoro”.

Nel suo tattoo studio P.U.R.O., restaurato e decorato  da lui stesso, Matarese è riuscito a creare un’atmosfera misteriosa, quasi mistica, densa di nostalgia. 

Nella sala d’ingresso dalle pareti grigio fumo, caratteristica dello studio, si trova un divano antico di velluto verde oliva, un affresco trompe-l’oeil dal gusto neogotico rappresentante una enorme cornice di finto marmo.

All’interno della quale troneggia il simbolo dello studio: una mano bizantina chiusa in una campana di vetro ottocentesca, sormontata da una piccola formica.

Il logo rimanda di certo al suo lavoro di antiquario, così come la vasta collezione di ex-voto in argento appesi sulla parete di fronte alla poltrona dove lavora.

Spesso proprio gli ex-voto sono il soggetto dei suoi tatuaggi, che fondono la cultura estetica religiosa tipicamente italiana, fatta di umanità e speranza, con elementi  ”noir”.

È proprio sull’italianità che insiste Matarese: il suo tatuaggio non è old-style, stile tipicamente americano, non è neppure tribale o maori, in quanto Matarese non si identifica nella cultura africana e australiana.

Considera invece suoi maestri tre italiani: Brucius, Pietro Sedda e Ottorino D’Ambra.

Tuttavia dichiara di non seguire nessuna regola, ma solo la sua ispirazione.

I suoi tatuaggi, rigorosamente in bianco e nero, sono ricchi di minuti dettagli e hanno un gusto decadente, quasi a voler imprimere sulla pelle il simbolo dell’inesorabile scorrere del tempo.

E’ così che nascono statue in disgregazione, volti crepati, corpi che si dissolvono, lacrime, fiori, spine e piume.

 

Bianca Beltramello

MARCO C. MATARESE  TATTOO 

​Via Morimondo 1, 20143 Milano

Telefono: 333 8162589

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