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Luca Bray:  io, Hanji

"Siamo felici di ospitare nella nostra Galleria opere di un artista italiano che ha scelto la carta tradizionale Hanji quale supporto per le proprie opere", afferma il console Generale della Corea; "da tempo in nostro consolato ha investito molto nella produzione dell'Hanji. Questa mostra permetterà di conoscere e apprezzare la delicatezza e il fascino del nostro paese e di scoprirne la magia attraverso l'universale linguaggio dell'arte". Il Console Chang Jae-bok conclude dicendoci che:" La Corea non è mai stata così vicina!".

There lives within me an insatiable appetite to squeeze from every fragment a universe. That’s probably the exaggeration factor in all Italians, or all Latin’s for that sake. We enjoy amplifying mundane issues and converting them into seemingly life changing happenings, and what’s worse, we believe them to be universally significant. I take possession of stories that may or may not be my own and cast myself as the protagonist. These fictitious characters live within my paintings and I let them breathe the moment, the minute details, to the point in which I lose touch with what is reality and what is fiction; what’s mine and what I’ve borrowed. Each painting is like sitting in at someone else’s private therapy session. 

I interpret an existence and adopt it as my own. For a lack of a better term: I steal you. There is a touch of irony in my work, a quasi-whim. An infantile, unattached distraction, which gives shape to color and life to those shapes. Nothing is accidental and everything is most definitely unpremeditated. 

I believe I have also mastered the art of speaking three languages as terribly as possible and actually take pride in my ability of destroying them even further by using them to complete my paintings. I try not to lose time by taking neither life, nor myself too seriously. I believe I’m more selfish, more childlike in a sense, maybe more naive.

I want to play for the sake of playing. Too many rules limit my process. My creation is visceral, immediate and transparent. It comes from the inside out. My work is not selfish though my dialogue is. I talk to myself, for myself. I need the listener but not the topic. I prefer to indulge my need for the banal while leaving the pseudo-world- fixing to others. I exercise my right to continue playing with my inner child in place of permanent over-analysis. Luca Bray

Un personaggio, Luca Bray, di quelli che non si incontrano spesso. Un artista sicuramente, ma anche un innamorato della vita, della gioia, dei rapporti umani e, ovviamente, del suo lavoro.  La sua mostra personale si svolge nello spazio del Consolato Generale della Repubblica di Corea, ospite del Console Generale della Repubblica di Corea Chang Jae-bok.

Un supporto così particolare e prezioso è stata la scommessa vincente della pittura di Bray: come dice lui stesso:" Nulla è lasciato al caso, ho imparato a gestire il flusso del colore, so quando si fermerà, come diventerà il giorno dopo quando, parzialmente assorbito dalla carta, assumerà l'aspetto definitivo". Esaminando le opere sposte, noto l'aggiunta di grafie e scritte e chiedo a Bray di spiegarmene il significato: " La scrittura per me è una danza e io unisco grafia e scrittura alle mie opere perchè ognuna di esse è una storia, una storia di altri che faccio mia e viceversa".

La mostra "Luca Bray: io Hanji" si inserice nel calendario degli eventi "Fuori Expo" ed è appunto legata alla Repubblica di Corea da un denominatore comune: il supporto su cui sono ralizzate le opere.

La carta coreana conosciuta con il nome di hanji (한지 韓紙), è prodotta principalmente con la pianta del “gelso della carta” (Broussonetia kazinoki), è famosa per la sua qualità fin dai tempi più antichi nei paesi confinanti, Cina e Giappone. È anche così strettamente collegata con la vita di ogni giorno dei coreani da essere elencata come uno dei “quattro amici necessari per lo studio” (la carta, il pennello per scrivere, l'inchiostro (solido) e il calamaio).

Per i coreani è stata molto importante da sempre ed è un patrimonio culturale prezioso da far conoscere al mondo e che dovrebbe essere conservato intatto per le generazioni future.

La carta gioca un grande ruolo nelle arti e nell'artigianato tradizionale coreano.

Non mi resta che consigliare vivamente di vedere di persona queste opere, analizzando da vicino la particolare texture della famosa carta Hanji e l'ancor più particolare estro creativo di Luca Bray.

Maria Rosa Sirotti

Fotografie: Maria Rosa Sirotti

Immagini: Visit Corea

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