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L 'Arte coreana è giovane

Min-han LEE, In-ock KIM, Nam-hee PARK sono i tre artisti coreani in mostra dal 5 al 25 novembre 2015 presso la  Galleria del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano. Una mostra collettiva, questa, curata da Alessia Locatelli, all’insegna della reinterpretazione contemporanea della pittura tradizionale coreana e dell’iconografia tradizionale

Il Console Generale Chang Jae-bok ha dato il benvenuto ai partecipanti, sottolineando come i rapporti tra Corea e Italia siano sempre più intensi e fecondi. Inoltre si è detto molto felice del successo che la Corea del Sud e il suo Padiglione hanno ottenuto a Expo Milano 2015; un successo tramutatosi in un interesse crescente verso il suo paese. L'augurio del Console è quello di poter continuare a presentare con successo all'Italia le eccellenze coreane e di accrescere i momenti di scambio tra i nostri due paesi.

La curatrice della mostra, Alessia Locatelli, ha poi introdotto le opere dei 3 artisti coreani, spiegandone il significato e la relazione con la pittura tradizionale coreana.

Kim In-Ock compie una indagine sull'estetica della cultura tradizionale coreana (Folk) considerata piacevole anche dall'estetica contemporanea per l'attenzione che essa dedica alla linea, per la luminosità e la natura dei soggetti. L'artista riconosce Jayong Cho (1926-2000) quale iniziatore di questa ricerca che oggi gode di una Fondazione (Korean folk painting research) capace di raccogliere e preservare molte opere di arte popolare.

L'interesse a questo tipo di pittura  paradossalmente si è primariamente  manifestato negli stranieri, come accadde per il giapponese Yanagi Muneyosi (1889-1961) che fu talmente rapito dalla capacità artistica dell'arte folk da coniare il termine Minhwa (pittura della  gente), ancora attuale nella lingua coreana. 

Al momento la ricerca coloristica della pittura tradizionale si muove  in assonanza con la cultura Pop coreana e ne segue l'estetica attraverso l'uso di colori dalle tonalità vive, estraneo invece alla pittura antica.

L'artista ha cercato di interpretare dunqe la pittura coreana attraverso soggetti della tradizione riletti in chiave moderna e resi con la sapienza prospettica e del chiaro-scuro di matrice occidentale.

Lee Min-Han trova nella  natura l'interesse principale della sua ricerca, sia essa gracile e minuta come una piantina, o imponente e maestosa come il cosmo. Elementi che nelle sue opere diventano ambienti capaci di ridefinire anche il paesaggio interiore. Silenzi riportati sulla tela con grande capacità compositiva e con raffinata attenzione al segno.

E' un nuovo approccio alla pittura orientale che non dimentica però l'uso del pennello a campiture definite, caratteristico della pittura tradizionale coreana. 

Il tratto, lo spessore e la cura nel segno sono elementi di grande importanza nell'estetica orientale, qui riproposti su soggetti estranei all'iconografia tradizionale. E' questo slittamento iconografico che crea una nuova capacità di ridefinirsi della pitt ra  in chiave contemporanea.

Park Nan-Hee lega il suo lavoro di artista all'incredibile bellezza dei segni Hangul, ovvero dell'alfabeto coreano che nel XV secolo andò a sostituire quello cinese.

Nell'opera in mostra ella cerca di creare una connessione tra le sillabe, i fior i e le foglie del ciliegio.

Un lavoro di una delicatezza ed di una intensità struggenti in cui su fondo bianco i fiori paiono calare come leggeri fiocchi di neve, capace di rinfrancare lo spirito.

Proprio come accade percorrendo il lungo viale dei ciliegi che conduce al rinomato tempio di Ssanggyesa in Corea del Sud.

Mostra collettiva di 3 artisti coreani

Min-han Lee- In-ock Kim - Nam-hee Park

 

Consolato della Repubblica di Corea, piazza Cavour 3, Milano

 

5 - 25 novembre 2015

Orari mostra: Lunedì - Venerdì ore 9.00 - 12.00 e 14.00 - 17.00

Fotografie: Maria Rosa Sirotti

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